sabato 14 settembre 2013

Cimiteri devastati, caccia aperta al furgone rosso

Cimiteri devastati, caccia aperta al furgone rosso

La gente aveva notato un veicolo con targa rumena e quattro uomini a bordo nei pressi del campo santo saccheggiato dai ladri
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    di Corrado Barbacinie Tiziana Carpinelli
    DUINO AURISINA. Un furgone rosso con la targa rumena.
    È questo in mezzo utilizzato dai ladri - forse un gruppo di zingari a caccia di rame - che hanno devastato il cimitero di Duino. Dall’altra notte i carabinieri lo stanno cercando attivamente puntando verso le zone confinarie. Ma gli investigatori stanno anche cercando un deposito dove potrebbero essere stati temporaneamente lasciati i pezzi rubati dalle tombe sia di Duino che di altri cimiteri. Un deposito che dovrebbe essere nella zona. Perché pare che ad agire al cimitero di Duino sia stata una vera e propria banda che sta colpendo in svariati piccoli cimiteri sia in regione che nel vicino Veneto. E che raccoglie i pezzi, sostanzialmente di rame, per poi esportarli.
    Il fugone rosso rumeno sarebbe stato visto da alcuni testimoni proprio nella notte dei furti. E sarebbe proprio lo stesso mezzo notato in altri raid nell’Isontino. Si è saputo infatti che nelle ore precedenti la devastazione del camposanto dove nella notte a cavallo tra domenica e lunedì i ladri di rame hanno messo soqquadro le tombe per consumare la razzia, sul posto si aggirava proprio il furgone con a bordo quattro individui, considerati sospetti.
    La segnalazione parla di un veicolo straniero con quattro uomini a bordo che si era dunque fermato nel piazzale del cimitero sulla statale 14. Questo fatto aveva in qualche modo destato la curiosità di chi in quel frangente si accingeva a riporre un fiore sulla lapide del proprio defunto. Perché - evidentemente - la presenza di persone provenienti dall’estero era apparsa subito inconsueta col contesto, un cimitero di paese, senz’altro non inseribile in un tour turistico.
    Su questo, ma anche su altri elementi al momento non resi noti dalle forze dell'ordine, si stanno concentrando i carabinieri e gli investigatori del commissariato. Che stanno esaminando anche alcuni simili recenti episodi avvenuti sul territorio. Ma stanno anche esaminando i filmati delle telecamere della zona. Basta un fotogramma con l’inquadratura di un furgone rosso per riuscire a risalire alla targa. Stanno anche verificando i tabulati telefonici delle celle che coprono la zona del cimitero.
    Intanto dall’altra sera sono stati intensificati i controlli delle pattuglie sia dei carabinieri che della polizia nella zona del cimiteri soprattutto nelle ore notturne. E proprio in considerazione dell’odioso reato commesso, che intacca gli affetti e le memorie delle famiglie di Duino, le forze dell’ordine hanno infatti raccolto l'invito di ieri del sindaco Vladimir Kukanja. Dice un investigatore: «Mai come in questo caso è importante che i cittadini collaborino e riferiscano se hanno visto qualcosa di strano».
    Ad agire dunque sarebbe stata una banda. La cronaca registra, meno di un mese fa, un altro clamoroso colpo avvenuto al camposanto di San Vito, nella zona di viale Venezia, a Udine lo scorso 20 agosto. In quell’occasione erano stati trafugati molti chili di rame, con l'asportazione anche di una statua di valore. Recentissimo, poi, il furto messo a segno a Savogna d'Isonzo, che è ritenuto strettamente collegato a quanto accaduto al cimitero di Duino. Nel senso che gli investigatori non escludono una mano comune dietro i due colpi. Insomma, una banda. A Duino sono state colpite oltre trenta tombe e prelevati oggetti in rame, lumini e vasi in marmo. Lunedì molte persone che hanno i propri cari seppelliti in quel cimitero non erano ancora al corrente dell'accaduto e ora i militari attendono l’arrivo alla caserma di questi cittadini per la formalizzazione della denuncia del furto subìto.
    Il capogruppo del Pdl, Massimo Romita, ritiene doveroso attivare l’illuminazione pubblica nella zona, poiché al calar del sole il piazzale diventa di fatto invisibile e non è possibile notare eventuali veicoli in sosta. «Mi rendo conto, perché come ex assessore ho affrontato la problematica – così Romita -, che non è semplice creare un collegamento elettrico, perché vi sono delle criticità sotto il profilo tecnico e tuttavia ritengo si debba fare il possibile per migliorare la situazione, così da evitare altri episodi di questo tipo. Una delle soluzioni, che spero il competente assessore prenderà in considerazione, è l’inserimento di pali con pannelli fotovoltaici, per creare almeno un minimo di luce, che comunque sarebbe già qualcosa rispetto al nulla di oggi».

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    11 settembre 2013 IL PICCOLO

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