martedì 27 ottobre 2015

VALORIZZAZIONI IMMOBILIARI


Da Sistiana a Malchina “corsa” ai beni comunali

Arriva il piano di valorizzazione del patrimonio immobiliare di Duino Aurisina Tra i “gioielli” due ex caserme, un’ex scuola, una pesa e un’antica villa


DUINO AURISINA. Dalle ex caserme della Finanza a Malchina e Borgo San Mauro all’ex municipio e all’ex scuola di Malchina. Dall’ex pesa di Aurisina alla vecchia villa costruita sull’asse fluviale del Timavo. Dal depuratore della baia di Sistiana, seppur dopo il 2020, sino all’area dei chioschi della stessa Baia.
L’elenco è lungo e variegato. E l’ultima parola spetta al Consiglio comunale. Ma la parola d’ordine, sin d’ora, è una sola: “valorizzazione”. È stata inserita nel regolamento per la vendita e la valorizzazione dei beni immobili comunali, il cui testo domattina andrà all’esame dell’aula di Duino Aurisina, con il preciso obiettivo di segnare un nuovo capitolo nelle modalità di gestione del patrimonio immobiliare di competenza dell’amministrazione.
«Si tratta di mettere i beni immobili di cui il Comune, a vario titolo, ha la disponibilità o la gestione nella condizione di essere riutilizzati e riportati alla loro originaria funzionalità, nell’interesse dell’intera comunità. Uno dei sistemi potrebbe essere quello di venderne una parte per avere le risorse finanziarie necessarie per rimettere a posto gli altri. Ma non escludiamo altre formule» spiega l’assessore competente per materia, Andrej Cunja.
Alcuni dei beni immobili oggetto del “nuovo corso” sono in comproprietà con le Comunelle o con altri soggetti. «Questo non è un ostacolo – osserva il presidente della commissione consiliare competente Maurizio Rozza – perché quello della valorizzazione è un concetto vasto e prevede che beni immobili, altrimenti destinati a un lento e progressivo decadimento, possano essere recuperati senza gravare eccessivamente sulle casse del Comune».
Nell’articolo 8 bis del testo del regolamento, inserito proprio per precisare le modalità di intervento, si dice che «i beni potranno essere assegnati attraverso procedure a evidenza pubblica e a canoni di mercato, ma la giunta avrà anche la facoltà di concedere in comodato, in locazione, in affitto o con altra tipologia contrattuale beni immobili, qualora ricorrano obiettivi di tutela e valorizzazione del bene o altre speciali circostanze, inerenti lo svolgimento di attività di interesse generale. Al soggetto richiedente potrà essere imposto un obbligo di carattere economico che non sia in rapporto di corrispettivo con il beneficio e tale da non alterare la causa eventualmente non onerosa del contratto».
Nel nuovo articolo si parla anche di «riqualificazione e riconversione dei beni attraverso interventi di recupero, restauro, ristrutturazione, anche con l’introduzione di nuove destinazioni d’uso finalizzate allo svolgimento di attività economiche». Prevista anche la «possibilità di prevedere un’agevolazione del canone che tenga conto della ridotta o assente remuneratività iniziale delle operazioni».
«Molti dei beni immobili del nostro Comune – conferma il sindaco Vladimir Kukanja – sono già stati trattati con metodologie simili». Di sicuro, però, ora il regolamento viene ampliato e modificato nella sostanza. I beni immobili valorizzabili sono divisi per categorie a seconda che ricadano nel patrimonio disponibile del Comune, nel patrimonio indisponibile per i quali sia cessata la destinazione a pubblico servizio, nel Demanio comunale per i quali sia attivo un motivato provvedimento di sdemanializzazione e, infine, nelle disponibilità del Comune. Per poter essere inseriti nelle nuove procedure dovranno essere a bassa redditività e richiedere interventi di recupero molto onerosi. Sarà il Consiglio comunale a individuarli, con l’adozione di un Piano delle alienazioni e valorizzazioni. Sul testo ha già anticipato la presentazione di alcuni emendamenti il capogruppo del Pdl, Massimo Romita: «Li ho predisposti perché si tratta di non escludere dalle decisioni le Comunelle locali, che vanno invece
considerate e coinvolte». Romita chiederà anche che «la giunta presenti ogni anno alla competente commissione, almeno 60 giorni prima, il piano e le eventuali successive modifiche e integrazioni sul medesimo, che sarà successivamente approvato dal Consiglio».
IL PICCOLO 27 ottobre 2015