Al fianco delle nostre Aziende
a fianco del Commercio
Il mio impegno, il mio il NOSTRO PROGRAMMA
Al Presidente Provinciale della Confcommercio di Trieste
Antonio Paoletti
Al Direttore di Confcommercio di Trieste
Pietro Farina
Oggetto: sostegno alle aziende
Gentile Presidente, Gentile Direttore,
ho avuto modo di ricevere, come associato confcommercio, l'appello lanciato dall'Associazione a riguardo dell'applicazione IMU sulle aziende, che condivido appieno, sia nei contenuti che nelle modalità.
Le desidero far sapere, in qualità di candidato a Sindaco del mio Comune, dove ho ricoperto per dieci anni il ruolo di Vice SIndaco e da cinque Assessore alle attività produttive e commercio, che nel mio programma depositato all'atto della presentazione della mia candidatura (2 aprile), ho inserito due impegni molto importanti riguardanti il commercio e le attività produttive del mio territorio.
Il primo impegno, sostenere con ogni mezzo necessario, (quelli che l'ente comunale può fare), le realtà imprenditoriali esistenti composte prevalentemente da aziende famigliari, sostenere il piccolo commercio che ancora sopravvive e che spesso insegna come riuscire a garantire il servizio alla cittadinanza nonostante la concorrenza e la crisi.
Dare spazio e supporto alle nuove aziende, in particolare dar energia all'imprenditoria giovanile, anche e soprattutto la preziosa sinergia con le strutture della Camera di COmmercio, di Terziaria e di tutte le altre realtà che possono realizzare insieme a noi un grande progetto di sviluppo.
Un secondo impegno, dar respiro e limitare la tassazione alle nostre aziende, a cominciare dalla non applicazione dell'irpef comunale (uno dei pochi comuni in regione che non la ha applicata), nonchè della possibilità in fase di emissione del regolamento di riduzione del pagamento dell'Imu, anche per le aziende commerciali, che in questa fase, hanno solo il bisogno di continuare a lavorare senza avere ulteriori aggravi.
Vi allego i due capitoli del mio programma relativi a tali impegni, che se eletto non rimarranno solo sulla carta, ma, da imprenditore, sarà mia cura seguirli in prima persona.
Rimanendo a completa disposizione
Vi porgo
Cordiali Saluti
Massimo Romita
Confcommercio, contenere le pretese sull'IMU o sarà il tracollo
L'analisi e le proposte di Confcommercio
Un richiamo, forte, a quella responsabilità sociale che, soprattutto in questo momento, deve caratterizzare le azioni e scelte dell'amministrazione comunale nell'ambito della definizione del prelievo fiscale legato all'IMU.
Questo il monito lanciato dalla Confcommercio della provincia di Trieste, a tutela delle imprese ma anche dei consumatori, in vista della nuova IMU, l'Imposta Municipale Unica che, in base alle nuove disposizioni di legge, dovrà essere versata nel prossimo mese di giugno.
Come è stato evidenziato da
Antonio Paoletti, presidente dell'organizzazione di categoria fattasi capofila di un'iniziativa che mira a coinvolgere l'intero apparato associativo a livello nazionale, la nuova imposta va ad inserirsi in un contesto estremamente delicato per aziende e cittadini, già gravato da stagnazione dei consumi che, secondo le più recenti stime dell'Ufficio Studi di Confcommercio nazionale, faranno registrare complessivamente nel 2012 un -3,2%, una crescita del PIL con indice negativo (-1,3%), un incremento della disoccupazione (+9,5 a fine 2012, secondo Prometeia), una pressione fiscale oltre il 45%, con l'ormai cronica difficoltà sul fronte della concessione di credito.
Tale quadro, come è stato quindi spiegato da Paoletti, richiede perciò che, almeno in ambito locale, l'impatto dell'IMU sia limitato, almeno parzialmente, dall'adozione di indici consoni alla congiuntura economica attuale, destinata peraltro a protrarsi anche nel prossimo futuro, andando perciò ad abbattere aliquote e moltiplicatori per evitare di generare un effetto domino devastante, fatto di chiusure di attività e conseguente disoccupazione, potenziali fattori peraltro di instabilità e disagio sociale.
Il presidente di Confcommercio ha poi posto l'accento come il nuovo prelievo fiscale costituisca una criticità per le aziende, già gravate da numerosissimi adempimenti e dall'annessa burocrazia che rappresentano di per sé un notevole peso economico. Ancor più se si tiene conto delle specificità delle imprese del territorio, per lo più a conduzione familiare, piccole e medie aziende, che costituiscono l'elemento cardine produttivo ed occupazionale in un capoluogo regionale dove, il terziario, rappresenta oltre il 65% delle aziende locali, è fonte occupazionale per più del 60% della popolazione attiva e contribuisce in larga misura al PIL giuliano.
Paoletti ha quindi sottolineato la scarsa chiarezza sull'utilizzo delle risorse che saranno raccolte attraverso l'IMU, parte delle quali sarebbe auspicabile venissero comunque impiegate per il miglioramento dei servizi pubblici e in strumenti ed azioni per lo sviluppo delle imprese.
Esempi esplicativi dell'Ufficio Tributi di Confcommercio Trieste
Nel corso dell'incontro, con l'obiettivo di quantificare l'esborso per consumatori e cittadini, l'Ufficio Tributi della Confcommercio provinciale ha presentato alcune proposte campione legate ad abitazioni private ed aziende.
Partendo dal cittadino, nel caso di un'abitazione principale media, di circa 100mq, (categoria catastale A/2), nel caso l'aliquota fosse del 6 per mille, dagli Euro 0 del 2011, il
cittadino si ritroverà a pagare nel 2012 complessivamente 600 Euro mentre, qualora venisse applicata al tetto massimo, la tassa comporterà una spesa di 1.000 Euro.
Sul fronte delle
imprese, invece, un
bar di 65mq (categoria catastale C/1), la differenza fra ICI 2011(spesa complessiva di Euro 380,80) ed IMU 2012, sarà di 288 o 552 Euro (sempre a seconda dell'applicazione, rispettivamente, dell'aliquota minima e massima).
Ancora più marcata la differenza per un
negozio di 180mq (categoria catastale C/1) che nel 2011 ha dovuto versare 1.094,80 Euro.
In questo caso, l'aliquota del 7,6 mille comporterà il versamento di 1.922,80 Euro (+828 sul 2011) mentre, il tetto massimo dell'imposta, porterà un esborso di 2.681,80 Euro (+1.587,00 rispetto all'anno precedente).
Guardando alle
strutture legate all'ospitalità, la stangata sarà pesante anche per un
albergo medio (categoria catastale D/2).
L'esercente, che nel 2011 ha versato 4.51500 Euro, dovrà mettere in preventivo un'uscita di 5.882,40 Euro (+1.367,40 sul 2011) o di 8.204,40 Euro, con una differenziazione in questo caso di applicazione dell'aliquota massima, di ben 3689,40 Euro.
Salasso anche per chi dispone di un
magazzino, spesso indispensabile per innumerevoli attività.
Per un'unità immobiliare di proprietà di 52 mq (categoria catastale C/2), il costo sarà di 255,36 Euro, a fronte dei 147 del 2011 oppure di 356,16, con una differenza rispetto allo scorso anno di 209,16 Euro.
Nubi anche per le innumerevoli
imprese del
settore servizi che operano in un ufficio proprio.
In questo caso, una sede di 4,5 vani (categoria catastale A/10), dovrà prevedere un versamento di 1094,40 Euro (contro i 636,00 del 2011) o di 1526,40 Euro (+896,40 Euro rispetto al 2011).
Pubblicato: 07/04/2012 da Redazione
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