2.1 Fisco
Per essere competitivi e lavorare di più bisogna avere meno tasse. Mentre lo Stato aumenta la pressione fiscale per tentare di pagare i suoi debiti, questa Regione, grazie ad operazioni a suo tempo tanto criticate, è oggi in grado di proporre decisioni forti e controcorrente. La scelta è netta e inequivocabile: ridurre il peso dei tributi per ripopolare il territorio di attività economiche, sempre più attratte dai paesi vicini (dal primo luglio anche la Croazia entrerà nell’UE).
Va rivendicata e ottenuta l’applicazione dell’autonomia tributaria e della fiscalità di vantaggio, come anche già definite dalla legge statale n. 220/2010, art. 1, comma 157, che assegna alla Regione le facoltà di:
- modificare in riduzione le aliquote dei tributi erariali,
- prevedere esenzioni dal pagamento,
- introdurre detrazioni di imposta e deduzioni dalla base imponibile.
Si tratta di disposizioni formidabili come impulso per la ripresa economica. Per realizzarsi pienamente queste previsioni richiedono, da un lato, la doverosa applicazione della legge da parte dello Stato e, dall’altro, un’ulteriore razionalizzazione della spesa regionale, che, almeno nel breve termine, deve essere compatibile con un minore gettito (che nel medio potrebbe invece crescere con la crescita dell’economia).
Per questo è necessario completare le riforme strutturali avviate nella legislatura, consolidare i risultati e perseguire con decisione i seguenti obiettivi specifici:
- azzeramento dell’IMU sulle prime case e consistente riduzione sui fabbricati produttivi,
- progressiva diminuzione delle addizionali IRPEF, accise sui carburanti e imposte sulla nautica,
- taglio dell’IRAP, il più iniquo dei tributi, partorito dalla sinistra in odio al lavoro, agli investimenti, all’iniziativa privata.
2.2 Burocrazia
Con l’utilizzo della leva tributaria si possono semplificare radicalmente gli incentivi e i sostegni a cittadini e imprese poiché si sposta l’attività dall’erogazione dei contributi alla riduzione/azzeramento delle imposte. Per la Regione questa è una vera e propria rivoluzione organizzativa. Costituisce una scelta semplice, efficace, economica:
- semplice, perché è sufficiente variare le aliquote per ottenere i risultati
- efficace, perché consegue il duplice risultato di aumentare il reddito disponibile e di stimolare consumi e investimenti; inoltre l’effetto di stimolo economico si realizza subito e non dopo i lunghi mesi (talora anni) di attesa dalla domanda tradizionale di contributo;
- economica, perché in un colpo solo fa “evaporare” come nebbia al sole tutte le pesanti, lunghe e costose procedure amministrative di assegnazione contributiva, liberando risorse umane per la Regione e costi amministrativi non meno che di tempo per i beneficiari.
Va evidenziato che l’utilizzo della leva fiscale come forma di trasferimento implicito può essere utilizzata anche nei rapporti tra enti pubblici, in particolare attraverso la modulazione delle aliquote IRAP (quella ordinaria è oggi all’8,5%): dimezzare l’aliquota IRAP per un Comune o assegnargli un contributo di pari importo è finanziariamente equivalente, ma i passaggi burocratici sono assai minori.
Eliminare le intermediazioni inutili e improprie, sia politiche che burocratiche, costituisce anche il cardine di un cambiamento strutturale nel sistema di finanziamento degli enti locali.
I numerosi canali contributivi oggi presenti verranno sostituiti da due sole linee di finanziamento: il fondo ordinario corrente e il fondo ordinario per gli investimenti, eventualmente integrato da un fondo perequativo/per esigenze particolari.
Questa scelta:
- elimina gli adempimenti connessi a bandi, graduatorie, riparti, assegnazioni, rendiconti, liquidazioni che, in molti casi, hanno un costo di gestione confrontabile con quello dei singoli importi movimentati;
- libera risorse umane per la Regione e gli enti locali, consente a questi ultimi una programmazione migliore e con tempi più rapidi di utilizzo delle risorse;
- realizza una vastissima opera di devoluzione di funzioni dalla Regione agli enti locali.
Disintermediazione significa anche sussidiarietà nella gestione dei servizi: per questo verrà effettuata una ricognizione attenta dei settori dove è possibile operare un graduale spostamento dei finanziamenti dalle strutture ai cittadini, introducendo sempre più l’utilizzo di voucher, che consentano agli utenti una maggiore libertà di scelta, producendo così anche una maggiore tensione all’efficienza nei produttori.
Idealmente e come principio di ordine generale, la Regione dovrebbe tendere a non contribuire direttamente al funzionamento di strutture erogatrici di servizi di interesse pubblico, ma concentrarsi sull’accreditamento delle strutture e la distribuzione di voucher per la fruizione: liberiamo la Regione della responsabilità di garantire i conti economici di terzi. Ulteriori interventi specifici di semplificazione riguarderanno le istruttorie e i controlli, che verranno largamente delegati a imprese e professionisti in modo da diminuire il fabbisogno di personale pubblico, rendere la spesa più flessibile e reversibile, ridurre i tempi di attesa.
2.3 Una Regione leggera
Una drastica riduzione delle procedure amministrative e minori vincoli nella gestione conseguenti alla semplificazione burocratica consentono un esercizio pieno della responsabilità di ciascuna istituzione legittimata dal voto dei cittadini e sono la premessa per una riconsiderazione dell’assetto delle funzioni e competenze pubbliche nell’ambito del territorio regionale. Oggi una eccessiva frammentazione dei soggetti e la tendenza a moltiplicare gli stessi con le più svariate forme organizzative di tipo pubblico o privato rende inefficace l’azione pubblica a fronte di costi di struttura che non possono essere più sostenuti.
D’altra parte c’è da chiedersi quanto il cittadino conti davvero, anche in termini di effettivo peso della volontà popolare, a fronte di apparati sempre più autoreferenziali e che, invece, dovrebbero assicurare servizi pubblici di qualità e secondo le esigenze del cittadino. Si impone quindi una compiuta riforma della intera “funzione pubblica” nell’ambito del territorio regionale, muovendo da una attenta considerazione degli effetti del decentramento attuato in questi anni.
Un diverso sistema di finanziamento degli enti locali, più sopra delineato, sarà accompagnato da un ridisegno unitario delle funzioni e delle competenze di ciascun livello istituzionale, secondo il principio della sussidiarietà e della unicità della funzione, individuando in relazione ai servizi ed interventi da assicurare soglie dimensionali entro le quali sviluppare le decisioni delle autonomie locali. Quindi, in prospettiva, sarà dato corso e sostegno ad un articolato processo di riorganizzazione dei Comuni e delle relative articolazioni, comprendenti anche unioni e fusioni tra comuni. Parimenti saranno individuate le modalità per un diverso assetto delle funzioni dell’area vasta e della dimensione regionale, anche nella prospettiva della annunciata modifica costituzionale per la soppressione delle Province.
Al livello regionale sarà assicurato il mantenimento della funzione legislativa, di coordinamento e di alta programmazione, nonché di diretta gestione delle funzioni per loro natura non divisibili e quelle connesse con il riequilibrio tra le diverse parti del territorio.
2.4 Meno costi e più trasparenza nella politica
Una buona amministrazione passa attraverso amministratori con credibilità personale e competenze riconosciute nonché con un agire trasparente e virtuoso. Non può mai venire meno la necessità di “rendere conto” del proprio operato ai cittadini-elettori. Ma la qualità e la responsabilità personale sono solo il presupposto per una azione che deve ulteriormente ridurre i costi degli organi e degli eletti.
Il Friuli Venezia Giulia ha già avviato una consistente azione in questa prospettiva con la riduzione del numero dei Consiglieri regionali e la riduzione significativa delle indennità degli eletti, degli amministratori di enti e società e delle assegnazioni ai gruppi consiliari. Per il Presidente della Regione, per gli Assessori e per i Consiglieri regionali le indennità saranno ulteriormente ridotte del 20% ed eliminati i rimborsi forfettari.
Questo programma sarà completato con una ricognizione di tutte le realtà istituzionali o comunque partecipate della Regione al fine di procedere a soppressioni di quelle non indispensabili, ovvero ad ulteriori riduzioni degli organi delle stesse, privilegiando gli amministratori o direzioni uniche con comprovate capacità in luogo di pletorici consigli di amministrazione. Per assicurare ulteriore trasparenza alle spese relative agli apparati politici, le stesse saranno pubblicate periodicamente sul sito ufficiale della Regione. La relativa regolamentazione sarà approvata entro tre mesi dall’insediamento del nuovo Consiglio regionale.
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