DUINO AURISINA. È stato raccolto con freddezza, a Duino Aurisina, l'invito lanciato qualche giorno fa dalla vicina provincia isontina ad «abbattere il confine sul Timavo» per sviluppare un'economia del mare intercomunale, da Grado fino alla Costa dei barbari. Sì, è vero, qui c'è il Golfo, ma anche il Carso, con caratteristiche e connotazioni proprie difficilmente riscontrabili nel Monfalconese. Comunque, al di là delle ritrosie, il tema della riforma degli enti locali ha innescato sul territorio un'articolata riflessione.
E per un sindaco che invita tutti a tener ferme le bocce almeno fino al 16 febbraio, quando dalla Regione si avrà un chiarimento del quadro normativo tracciato, c'è d'altro canto un partito – il Pd con in testa il segretario Michele Moro – che vede già ora, nel cambiamento avviato, un importante volano e la possibilità concreta di eliminare doppioni negli enti. «Ho letto della proposta di Del Bello (consigliere provinciale isontino, ndr) – esordisce il sindaco Vladimir Kukanja – ma ritengo sia preferibile in questo momento attendere le decisioni della Regione. Posso però dire questo: l'unione col Monfalconese, così come prospettata, mi pare un po' azzardata, poiché noi non abbiamo solo il mare ma anche il Carso. Certo l'uno non esclude l'altro ma stiamo ad attendere cosa succede».
«In teoria – commenta invece l'ex sindaco di Duino Aurisina Giorgio Ret - le considerazioni del collega e amico Del Bello potrebbero essere condivise, ma la realtà è un'altra cosa. La frettolosa e approssimativa decisione attraverso la quale ci si è dotati di varie leggi e decreti in relazione alle unioni degli enti locali non faciliterà il risultato finale».
«Gli obiettivi - spiega - sono senz'altro condivisibili ma i percorsi contrastano con la burocrazia interna comunale, notoriamente condizionata da mille norme e talvolta non supportata a dovere dal decisionismo di amministratori impauriti e giustamente preoccupati da disposizioni regionali, nazionali e comunitarie che ne condizionano l'operato».
Per Ret i veri problemi da risolvere sono «chiarezza nei patti di stabilità e nelle normative vecchie e nuove che fanno capo alla Corte dei conti». Poi vengono le criticità dei confini comunali, che nulla hanno a che vedere con l'economicità e la qualità dei servizi ai cittadini. «La comunità di Duino Aurisina fa capo, assieme a Monfalcone e Gorizia, a tante necessità, vedi sanità e commercio – conclude -. Altre ancora si possono sviluppare, come ambiente e turismo. Ma con queste prerogative figuriamoci se siamo pronti ad affrontare il "dopo Province", fortunatamente rinviato al 2016, per giunta con la previsione di vedere cambiato solo il sistema di elezione degli amministratori! Chiaro che bisogna iniziare a uscire dai propri feudi e iniziare una programmazione seria e rivolta unicamente all'interesse dei cittadini».
Pdl (per bocca di Massimo Romita) e Progetto civico (con Silvia Iurman) pensano pure che l'idea di Del Bello sia «bella ma irrealizzabile» e «in primis con questa nostra giunta, dove il nulla regna sovrano», poiché «verremmo inghiottiti da tutte le altre realtà».
«Detto ciò – sottolinea Romita - Monfalcone, eccezion fatta per l'area di Marina Julia, è totalmente diversa da Duino Aurisina e Grado, che invece hanno caratteristiche similari. Esiste il Gac che raggruppa tutte le realtà della costa, uno strumento che, se spinto a pieno regime, porterebbe a grandi risultati. Al posto degli strumenti ci vogliano persone che abbiamo voglia di fare».
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