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domenica 8 aprile 2012

Messa in sicurezza degli argini del Timavo

DOMENICA, 08 APRILE 2012 ilpiccolo
Pagina 50 - Cronaca Trieste
 

 
Crolla l’argine del Timavo Gli esperti: «Subito i lavori»
 
Ceduto un tratto di muro di circa 60 metri posizionato alla foce del fiume Intervento da 120mila euro. La Protezione civile eseguirà la messa in sicurezza
 
 
 
 

DUINO AURISINA L’argine posizionato alla foce del Timavo è in pericolo. L’hanno accertato geologi e specialisti durante il sopralluogo effettuato pochi giorni fa nel territorio del Villaggio del Pescatore. A cedere è già stato un tratto di muro lungo circa una sessantina di metri: le fessurazioni notate per la prima volta un paio di settimane fa si sono infatti via via allargate, fino a provocare un cedimento di almeno mezzo metro rispetto al livello standard. Restare ancora con le mani in mano, quindi, significa rischiare di assistere a crolli ancora più significativi. Un rischio più che concreto, secondo la task force di esperti subito allertati dall’amministrazione municipale, a cui è necessario porre rimedio al più presto. Di qui la scelta di non temporeggiare e definire una serrata tabella di marcia. Martedì prossimo verrà completato dai tecnici comunali il progetto di riqualificazione dell’argine. Subito dopo sarà affidato, probabilmente agli uomini della Protezione civile, l’incarico di occuparsi della messa in sicurezza provvisoria. Infine, nell’arco di qualche settimana, il Comune bandirà la gara per l’aggiudicazione del restyling complessivo del tratto interessato dal cedimento. Costo complessivo dell’intervento circa 120mila euro. Una somma non indifferente che, fortunatamente, la giunta Ret non ha faticato troppo a recuperare. «Avevamo quella cifra già in “cassa” - spiega il sindaco uscente - grazie alle minori spese, rispetto ai costi preventivati, sostenute per bonifica delle bombe inesplose presenti nello stesso territorio. Con le risorse risparmiate in quell’occasione, contavamo per la verità di acquistare arredi urbani. L’improvviso cedimento dell’argine, provocato probabilmente dalla siccità dell’ultimo mese che ha abbassato il livello del fiume e ridotto la pressione esercitata dall’acqua sul muro, ha però reso necessario un cambio di programma: destineremo la cifra risparmiata alla sistemazione della zona della foce del Timavo. Non ci limiteremo quindi al rinforzamento del tratto interessato dal cedimento, ma eseguiremo un più ampio piano di restyling dell’area». Il progetto prevede prima di tutto il rifacimento delle parti di muro interessate dal crollo, l’eliminazione di alcuni antiestetici blocchi di cemento e la realizzazione di un sistema di palancolate che verranno poi “mascherate” per ridurre l’impatto visivo delle strutture poste a protezione del fiume. Una serie di passaggi che, in un certo senso, rappresenteranno il primo atto dell’auspicata trasformazione della zona, destinata a diventare “Parco del Timavo”. (m.r.)

Brillate mille bombe ritrovate alle foci del Timavo 

Redazione bora.la 16 giugno 2011
Sono stati distrutti tramite brillamento oggi pomeriggio alle 14.45 a Monfalcone in località Cassa di Colmata circa un migliaio di residuati bellici, pari a circa 250 chili di esplosivo, recuperati in quest’ultima settimana alle foci del Timavo a San Giovanni di Duino, dove sono in corso le operazioni finali di recupero e risanamento dell’area dagli ordigni esplosi risalenti alla seconda guerra mondiale.
I brillamenti di oggi rientrano nel calendario di attività disposte dal Prefetto di Trieste, Alessandro Giacchetti, che ha coordinato le operazioni di recupero e smaltimento degli ordigni e che fin dalle battute iniziali ha aperto presso la Prefettura di Trieste un tavolo per coordinare tutte le forze in campo per portare a termine le operazioni di bonifica dell’area del parco del Timavo, che ritornerà dopo trent’anni ad essere fruibile dai turisti e dai cittadini della provincia di Trieste.
Le operazioni, iniziate lunedì 6 giugno, proseguiranno ancora per una settimana. Protagonisti del recupero e dello smaltimento rispettivamente i subacquei del Nucleo SDAI della Marina Militare di Ancona e il Nucleo EOD del 3° Genio Guastatori dell’Esercito di Udine.
Per il brillamento, effettuato dal Genio Guastatori, sono stati coinvolti numerosi enti del territorio provinciale di Trieste e di Gorizia: dalla Protezione civile regionale che ha fornito le telecamere per la sorveglianza dell’area al Comune di Duino Aurisina, alle forze di polizia di Trieste, Duino e Monfalcone, alla capitaneria di porto di Monfalcone, alla polizia municipale di Duino e di Monfalcone, all’Enac e all’Enav per i divieti di sorvolo dell’area fino alle forze del volontariato come la Croce Rossa


Timavo, rimozione bombe dal 15 novembre

Categoria: notizie
Inserito: 24.10.2010 02:12  inviate i vostri scritti a informa Trieste: info@informatrieste.eu

I militari dello Sdai di Ancona, il nucleo Sminamento difesa antimezzi insidiosi, sbarcheranno a San Giovanni di Duino il prossimo 15 novembre. Per tre settimane di fila opereranno alle bocche del Timavo per rimuovere i circa 700 ordigni bellici (ma potrebbero essercene di ulteriori) depositati sul letto del fiume a partire dal 1952 dalle truppe inglesi. Lo ha comunicato il prefetto di Trieste Alessandro Giacchetti al sindaco Giorgio Ret, confermando così il salvataggio del finanziamento statale di 256mila euro stanziato per il ripristino ambientale dell’area, che sarebbe potuto sfumare nel caso in cui la bonifica non fosse avvenuta entro un determinato lasso temporale. Esattamente come accaduto durante la prima tranche di eliminazione degli ordigni esplosivi, l’area oggetto di intervento verrà recintata e presidiata con l’ausilio di sistemi di videosorveglianza e i cittadini non potranno accedere liberamente alla zona. Le bombe verranno fatte brillare in un’area apposita, ma ancora da definire a seconda della tipologia di ordigno estratto. Non è detto, dunque, che gli artificieri si indirizzino come l’altr’anno verso il Lisert di Monfalcone.
Tira intanto un sospiro di sollievo il sindaco Ret: legata a doppio filo alla bonifica non è soltanto l’avvio della realizzazione del futuro Parco del Timavo – opera da tempo attesa che prevede la creazione di un percorso verde, la valorizzazione turistica del sito e l’inserimento di toilette, arredi e giochi per bambini – ma anche la ripresa degli studi scientifici sull’area. A settembre, infatti, il Dipartimento di Storia e culture dall’antichità al mondo contemporaneo dell’ateneo triestino aveva inoltrato una richiesta di ripresa delle ricerche sul sito, che vide sorgere un porto dopo la fondazione della colonia di Aquileia. Richiesta che il Comune si era visto costretto a respingere proprio per l’incertezza che aleggiava sull’intervento. «Ringrazio il prefetto per l’impegno personale posto in questa vicenda – afferma il primo cittadino -: per il Comune questa è un’operazione importantissima perché offrirà non solo il la ai lavori di sistemazione del parco, meta ogni fine settimana di decine e decine di turisti, ma anche la possibilità di ritirare l’ordinanza emessa a suo tempo per vietare l’immersione e l’accesso a certi punti delle risorgive. In questo modo, gli archeologi dell’Università potranno finalmente riprendere gli studi alle foci, per svelare i misteri racchiusi nei resti dell’antico porticciolo, ancora presente in loco».
Tiziana Carpinelli - il Piccolo

Timavo, fatte saltare le prime 300 bombe

Le esplosioni nell’area del Lisert. Ret: finalmente potrà partire il progetto del Parco
  • timavo Il piccolo 30 settembre 2009 
  DUINO AURISINA Un boato improvviso, poi il fungo nero che sale al cielo per almeno 20 metri, disseminando tutt’attorno terra e pietrisco. Sono le 15.01: la terra ha un breve sussulto, i primi 100 dei circa 1700 pezzi d’artiglieria abbandonati nel Secondo dopoguerra alle foci del Timavo e recuperati nei giorni scorsi dai militari del nucleo Sdai (Sminamento difesa antimezzi insidiosi) di Ancona sono saltati per aria, oscurando per una manciata di secondi alberi, nuvole, cielo. Quattordici minuti dopo, tutto è finito e anche l’ultimo dei tre brillamenti previsti in giornata per un totale di circa 300 pezzi fatti esplodere viene portato a termine con efficienza svizzera dagli uomini dell’Eod (Explosive ordinance disposal) del terzo reggimento Genio guastatori di Udine, comandato dal colonnello Mauro Prezioso.

E’ scattata dunque ieri dalle 9 la delicata operazione “bombe” al Lisert di Monfalcone. Un imponente dispiegamento di mezzi e uomini - tra cui oltre all’esercito e alla marina, anche i carabinieri, la polizia, i vigili del fuoco e il personale del 118, coordinati dalla prefettura di Trieste - ha blindato l’area adiacente alla cassa di colmata, impedendo a chiunque di valicare il rigido cordone di sicurezza. Idem per la zona delle risorgive del Timavo, dalle cui acque sono stati estratti al mattino i residuati bellici, poi trasportati a Monfalcone. Soddisfazione del questore di Trieste Francesco Zonno, sul posto assieme al sindaco di Duino Aurisina Giorgio Ret, il quale ha finalmente tirato un sospiro di sollievo: «Con l’anno nuovo – ha commentato – potrò far partire il progetto di ripristino del Parco del Timavo, sbloccando così i finanziamenti che ho dovuto mantenere congelati a causa della presenza degli ordigni. Verrà ripulita l’area, ci saranno dei sentieri e perfino un’area deputata l gioco per bambini. Ci sono voluti anni ma alla fine ce l’abbiamo fatta».

La Prefettura, dal canto suo, ha sottolineato «l’attività di coordinamento interprovinciale, che ha reso possibile e concretizzato l’intervento».

Le tre deflagrazioni sono avvenute nel sottosuolo, a una profondità di 5-6 metri, in quelli che i militari chiamano in gergo “fornelli”. Si tratta di fosse di 3 mt per 3 create dai mezzi escavatori, all’interno delle quali è stato riposto su più strati un centinaio di ordigni tra munizioni, proiettili e granate, per una carica esplosiva complessivamente non superiore a 150 chilogrammi (circa 300 pezzi in tutto, ndr). L’innesco è avvenuto a una distanza di 400 mt, grazie a un apposito dispositivo elettrico. Le armi collegate a due “micce”, ciascuna costituita da due cavi gialli protetti da un tubo di plastica rosso, sono state preventivamente seppellite dalla sabbia, trasportata sul posto da due camion. Alle 15.01 un piccolo generatore ha fatto partire l’impulso a distanza. La carica si è propagata al detonatore elettrico, provocando il primo boato. Le operazioni di brillamento proseguiranno oggi per tutta la giornata. Una nuova tranche è prevista tra due settimane
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