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giovedì 5 dicembre 2013

Caos per il regolamento di tintolavanderia.... STRANO ....

DUINO AURISINA

Caos per il regolamento di tintolavanderia

DUINO AURISINA. Che l'ultimo Consiglio comunale a Duino Aurisina non fosse partito col piede giusto, lo si era capito già al primo rinvio di delibera, cui ne sarebbero poi succeduti altri due. Eppure...
    di Tiziana Carpinelli
    DUINO AURISINA. Che l'ultimo Consiglio comunale a Duino Aurisina non fosse partito col piede giusto, lo si era capito già al primo rinvio di delibera, cui ne sarebbero poi succeduti altri due. Eppure chi avrebbe mai pensato che un Regolamento comunale per l'attività di tintolavanderia, un atto praticamente dovuto di recepimento delle nuove direttive regionali, sollevasse così grossi dubbi da spingere la maggioranza a rinviarlo a dicembre? In teoria la discussione, dopo l'esposizione dell'assessore competente Andrej Cunja, sarebbe dovuta filare via liscia come l'olio, senza increspature. Così invece non è stato. Un primo dibattito sul tema, che sul territorio interessa due attività commerciali (una automatica e la lavanderia di Sistiana), era avvenuto già la settimana precedente il Consiglio, nella Prima commissione convocata dal presidente Edvin Forcic.
    Prima l'illustrazione dell'esponente della Slovenska Skupnost, poi le domande dell'opposizione e la cosa era finita lì. Ma il diavolo, si sa, sta tutto nei dettagli. E così, una domanda in Consiglio di Silvia Bencich Iurman (Progetto civico) sull'obbligo o meno degli esercizi già esistenti di adeguarsi al nuovo regolamento e soprattutto sui tempi previsti ha scatenato una catena di dubbi, causando il rinvio. Alla prima domanda, infatti, Cunja ha risposto affermativamente, mentre alla seconda ha ribattuto che si trattava di una domanda tecnica e che lì per lì non era in grado di replicare precisamente, tant'è che ha chiamato gli uffici. Subito Bencich ha colto la palla al balzo per ribattere così: «È una risposta tecnica che nel 2013, con la crisi che attanaglia tutte le attività commerciali, va data. Io non contesto il regolamento, ma dobbiamo essere sicuri di ciò che votiamo». Concorde Daniela Pallotta (Pdl): «Non si può votare un regolamento senza saperne i dettagli: le attività devono conoscere le tempistiche, è un punto importante. Altrimenti rinviamo e approfondiamo».
    Arrivato in aula Sergio Bandini, nelle veci del funzion«rio, ha risposto all'assessore, che ha poi così replicato: “Il servizio mi contraddice: le attività preesistenti continuano a lavorare tale e quale, sono le nuove attività sono soggette a tutto il regolamento». Bandini ha chiarito che si tratta di un espletamento di legge, quanto agli esercizi già attivi ha precisato come già applichino specifiche direttive in materia di sicurezza e igiene sanitaria. Risulterebbero, insomma, già adeguate a preesistenti linee guida recepite dall'ultima norma regionale. Non fosse così, dovrebbero comunque mettersi in linea perché non conformi. Bencich ha allora rimarcato come sottoporre continuamente le categorie a nuove direttive e quindi a un dispendio di risorse equivalga a far morire il settore commerciale.
    Ma il sindaco Vladimir Kukanja ha risposto che non è il Comune a far chiudere le attività, ma semmai i controlli delle autorità preposte a infliggere eventuali penalizzazioni. Fatta chiarezza, l'assise ha comunque preferito riservarsi un'ulteriore approfondimento in Prima commissione giovedì alle 10), approvando all'unanimità il rinvio. Questo il commento di Massimo Romita (Pdl): «Spiace che anche su una delibera su cui c'era convergenza vi sia stato un caos apparente, dettato principalmente dalla non conoscenza della delibera stessa da parte dell'assessore al commercio. Un fatto grave poi, non sentire per un consulto le associazioni di categoria, che avrebbero potuto dare suggerimenti di modifiche del regolamento». Invece Forcic: «Il regolamento tocca temi importanti: in commissione non si è parlato delle tempistiche, bensì dei contenuti, su cui tutti si sono trovati d'accordo».



    01 dicembre 2013

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