Duino, allarme sui metalli pesanti
“Sospettata” la centrale di Monfalcone, il Comune chiede studi e diffonderà i dati+
di Tiziana Carpinelli
23 novembre 2013
DUINO AURISINA. Non basta stare a osservare quanto avviene, anche a colpi di esposti, nella vicina Monfalcone. Il Comune di Duino Aurisina vuole vederci chiaro sul problema inquinamento, allertato dalle recenti polemiche che hanno investito la centrale termoelettrica A2a e, anche, dagli esiti di un recente studio sui licheni condotto da Arpa. Indagine che ha attributo all'area della “città dei cantieri” la maglia nera come punto più inquinato da gas tossici dell’intero Friuli Venezia Giulia e pure di Servola, dove insiste la Ferriera. L'amministrazione Kukanja prende atto che «attualmente non esiste un nesso di causalità tra dati e attività della centrale» e che le emissioni di A2a secondo quanto reso noto dall'azienda sono nei limiti di legge, ma intende «indagare lo stato dei fatti, indipendentemente dalla loro origine e fosse anche solo dovuto allo smog, parlando con tutti i tecnici che hanno compiuto analisi della situazione monfalconese, attuali e pregresse».
Chiamando all'appello perfino quanti hanno disposto studi privati sull'argomento. La novità è emersa nella Seconda commissione consiliare, presieduta da Maurizio Rozza: i consiglieri si sono a lungo soffermati sul tema, condiviso. L'opposizione ( guidata da Massimo Romita Pdl ) ha chiesto la predisposizione di centraline per il monitoraggio ambientale al Villaggio e a San Giovanni. È impensabile, ha esordito il presidente della commissione, pensare che «se c'è inquinamento fino a Monfalcone, questo non esista più un metro dopo, a Duino Aurisina, solo per effetto dell'esistenza di un confine». Rozza ha ricordato che il Comune ha già votato una mozione sul punto, inviandola a Monfalcone. «Ho avuto modo di analizzare lo studio completo – ha riferito – e posso dire che il quadro è molto preoccupante, anche se al momento non esiste un nesso di causalità con A2a. Tuttavia i dati d'inquinamento sono gravi ed è per questo che s'intende convocare quanti hanno studiato ed elaborato analisi, affinché possano spiegarle in modo chiaro alla popolazione». Rozza intende convocare, entro un paio di settimane, una seduta pubblica della Seconda commissione, invitando studiosi dell'Università di Trieste che si sono occupati della vicenda, tecnici dell'Arpa e anche l’imprenditore della Sbe Alessandro Vescovini: da privato, la scorsa estate, aveva incaricato tecnici dell'ateneo giuliano di effettuare una ricerca per verificare la contaminazione di metalli pesanti sul territorio. Proprio in quell'iter gli esperti avevano trovato depositato in Comune uno studio datato 1999 di “bioaccumulo lichenico”, commissionato dall’allora Enel, che li aveva fatti sobbalzare per la lista di metalli pesanti elencati. «Come amministrazione riteniamo importante divulgare alla popolazione ogni dato, pregresso e attuale», ha chiarito Rozza. Massimo Romita (Pdl) ha rilevato l'esistenza di un recente esposto alla Procura di Gorizia sempre sul tema inquinamento e la necessità di chiarire anche questo punto, ascoltando in audizione il sindaco di Monfalcone. Prima però, ha ribattuto Rozza, è importante acquisire il dato scientifico: dopo la seduta coi tecnici, si passerà a quella delle istituzioni. Infine l'ex sindaco Giorgio Ret, che ha ricordato gli imbrattamenti delle barche all'Hannibal dovute alle polveri nere e agli olii, ha richiesto l'istituzione di centraline al Villaggio del Pescatore e Medeazza.
richiesta alla presidente serracchiani
Ziberna: subito un tavolo sulle emissioni della Centrale
Un Tavolo per accertare la presenza di metalli pesanti nell’aria del territorio monfalconese e l’attivazione presso il ministero dell’Ambiente affinché venga convocata la Conferenza dei servizi al...
Un Tavolo per accertare la presenza di metalli pesanti nell’aria del territorio monfalconese e l’attivazione presso il ministero dell’Ambiente affinché venga convocata la Conferenza dei servizi al fine di rivedere i termini dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) rilasciata alla Centrale termoelettrica. Lo chiede il vicepresidente del gruppo Pdl in Consiglio regionale, Rodolfo Ziberna, in un’interpellanza presentata alla presidente Debora Serracchiani e all’assessore all’Ambiente, Sara Vito. «La centrale termoelettrica di Monfalcone – rileva Ziberna – emette principalmente ossidi di azoto (NOx) e ossidi di Zolfo (SOx), le cui emissioni sono in ogni caso soggette alle limitazioni prescritte in sede di Aia. La combustione del carbone introduce, però, nell’aria altri metalli pesanti, come dimostra uno studio di biomonitoraggio condotto alla fine degli anni ’90 per conto della società Elettrogen Spa, come cromo, cadmio, berillio, arsenico, mercurio, piombo e vanadio. Sostanze estremamente pericolose per la salute, visto che provocano tumori polmonari, al pancreas, al colon, alla prostata, al rene, all’encefalo e possono anche causare aborti spontanei».
«Nonostante questi dati preoccupanti - continua Ziberna -, Eon Spa, che gestiva l’impianto all’epoca del rilascio dell’ultima Aia, si limitava a trasmettere al ministero dell’Ambiente solo un rapporto sulle emissioni principali prodotte dalla centrale (SOx e NOx), omettendo ogni riferimento ai metalli pesanti. In sede di rilascio della nuova Aia nel 2009 – prosegue l’esponente del Pdl – non si è, quindi, tenuto minimamente conto dello studio commissionato da Elettrogen. Eon ha inviato al ministero una lettera nella quale, con riferimento ai limiti di emissione delle unità termoelettriche si precisava testualmente che «gli studi di impatto ambientale presentati nelle procedure citate, supportati dalle raccolte di dati storici delle postazioni di rilevamento sul territorio, dimostrano che lo stato della qualità dell’aria nella zona in cui insiste l’impianto non presenta aspetti di particolare criticità, non ponendo pertanto pregiudiziali di particolare emergenza su ulteriori limitazioni delle emissioni inquinanti rispetto ai limiti di legge applicabili”.
«Alla luce dei dati emersi, è comprensibile la grande preoccupazione dei cittadini, espressa anche dal consigliere comunale Anna Maria Cisint e dai suoi legali, che vista la gravità sono stati costretti a presentare un esposto contenente documentazione relativa all’inquinamento prodotto dalla Centrale oggi gestita da A2A. Un atto dovuto, visto che nessuno dei soggetti competenti s’è ancora attivato per porre rimedio, né per costringere l’azienda ad immissioni meno inquinanti».
Ziberna conclude: «È necessario che anche la Regione si attivi promuovendo la costituzione di un Tavolo che svolga accertamenti sulla presenza di metali pesanti, assumendo urgentemente ogni azione possibile volta alla revisione della concessione dell’Aia alla centrale».26 novembre 2013
ENTRALE
A2A replica a Cisint: «Monitoraggi “certificati”»
A2A replica al consigliere di “Obiettivo” Anna Cisint promotrice di un esposto in Procura sull’inquinamento della centrale di Monfalcone. E lo fa per bocca di Roberto Corona, responsabile della...
richiesta formale
Anna Cisint: subito la Conferenza dei servizi
La convocazione della Conferenza dei Servizi per riaprire l’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata nel 2009 e in scadenza nel 2017 per la centrale, considerando anche la possibile revoca. Lo...+
La convocazione della Conferenza dei Sevizi per riaprire l’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata nel 2009 e in scadenza nel 2017 per la centrale, considerando anche la possibile revoca. Lo richiede il consigliere comunale Anna Maria Cisint (Obiettivo), dopo la presentazione dell’esposto in Procura, incentrato sulla verifica dell’impatto delle emissioni dell’impianto termoelettrico, in particolare in ordine ai metalli pesanti. La Cisint, assieme al suo legale, l’avvocato Stefano Cavallo, ha inoltrato formale richiesta al ministero dell’Ambiente, alla Regione, alla Provincia e al Comune di Monfalcone, dopo aver già inviato l’esposto depositato in Procura. Il consigliere di opposizione richiede la convocazione della Conferenza dei Servizi «per assumere tutti i provvedimenti ritenuti più opportuni, finanche la revoca dell’Aia, a suo tempo rilasciata» per la centrale di A2A, evidenziandone le motivazioni.
«L’11 novembre - spiega la Cisint nella richiesta - è stato depositato in Procura a Gorizia un esposto nel quale, sulla scorta di uno studio condotto nel 2000 su incarico di Elettrogen Spa, si rappresentano i dati di forte inquinamento ambientale da metalli pesanti riscontrati sul territorio di Monfalcone. Nell’esposto - continua - rappresentavo che dei risultati dello studio condotto da Elettrogen Spa non s’è mai tenuto conto in sede di rilascio dell’Aia da parte del ministero dell’Ambiente, nè nel 2001, nè nel 2009, e nemmeno s’è mai condotto uno studio successivo per verificare quale sia la situazione attuale circa la presenza di metalli nell’aria. Infatti, non risulta siano state condotte altre e/o ulteriori analisi simili a quelle riportate nello studio di Elettrogen Spa, poichè gli studi considerati da queste Autorità si sono limitati a rilevare le sole emissioni di SOx e NOx».
23 novembre 2013
A2A replica al consigliere di “Obiettivo” Anna Cisint promotrice di un esposto in Procura sull’inquinamento della centrale di Monfalcone. E lo fa per bocca di Roberto Corona, responsabile della comunicazione dell’azienda. «Le misurazioni periodiche previste dalla legge - afferma A2A - sono effettuate da laboratori specializzati e certificati e l’unica interazione con A2A è l’addebito dei costi delle attività svolte. È quindi errato ritenere che sia “contraddittorio che controllore e controllato siano lo stesso soggetto” in merito alla misurazione delle emissioni della centrale di Monfalcone. Le emissioni della centrale sono misurate e registrate in continuo da strumentazioni tecnologicamente all’avanguardia, e possono essere costantemente verificate dagli enti terzi. E i dati sono a disposizione di chiunque voglia prenderne visione diretta sul sito della Provincia di Gorizia». Infine A2A precisa che «il Tavolo tecnico ambientale istituito dal Comune di Monfalcone con A2A, Regione, Provincia, Arpa e Ass ha deliberato di integrare la rete di monitoraggio con nuove strumentazioni oltre che prevederne, attraverso apposita convenzione, la totale gestione ad Arpa Fvg».19 novembre 2013