«Tav Venezia-Trieste, le criticità restano»
Via libera del Consiglio provinciale alla delibera che rafforza le osservazioni al progetto di Italferr
Restano tante le perplessità sulla linea Tav Venezia-Trieste, a fronte delle poche risposte che Italferr ha fornito nella nuova stesura del progetto: il consiglio provinciale triestino, riunitosi ieri, ha fatto propria praticamente all’unanimità una delibera che rafforza i dubbi di carattere ambientale, economico e progettuale sull’opera. L’assessore provinciale Vittorio Zollia si è espresso in questi termini: «La Provincia si era già espressa nel luglio 2012 sul primo progetto trasmesso da Italferr, evidenziando tutta una serie di criticità progettuali indicate in dettaglio nella delibera - ha detto -. La Regione ha raccolto quelle osservazioni, assieme a quelle degli altri enti locali, per trasferirle poi al ministero dei Trasporti, il quale ha valutato di portarle solo in parte davanti a Italferr». Il risultato è che nel nuovo progetto mancano molti dei riscontri richiesti nel 2012: «Ma il fatto più grave è che gli incontri avuti con i tecnici di Italferr per ripensare il tracciato nel Comune di Duino Aurisina sono stati ignorati, e che il progetto è stato ripresentato tale e quale - ha aggiunto Zollia -. Ribadiamo quindi che bisogna adeguare il tracciato alle osservazioni fatte dalle amministrazioni comunali nel 2012. Dal punto di vista trasportistico evidenziamo due aspetti: è incongruo che si ipotizzi la realizzazione di un’opera a quarant’anni da oggi, con proiezioni dell’evoluzione dei trasporti che arrivano a 15 anni. Altrettanto incongrua l’esclusione di Trieste dal percorso» come stazione di testa.
Marcello Bergamini (Sel), presidente di commissione, ha rilevato: «Abbiamo valorizzato le osservazioni sull’impatto ambientale e la forte attenzione ai pareri dei Comuni coinvolti, che noi chiediamo di tener presente. Ora i pareri e le osservazioni sono molto più forti rispetto al 2012». Sel e Fds hanno presentato un emendamento, accolto dalla giunta e inserito nella delibera, che chiede di rivoluzionare il sistema dei trasporti senza però collegare il concetto al Corridoio V o al Baltico-Adriatico. Massimo Romita (Pdl) ha sottolineato i punti critici: «Penso ad esempio alla trivellazione del monte Ermada; al tema dell’acqua, che il progetto non ha preso in considerazione e che abbiam visto creare grandi danni in altre regioni; la dispersione di fumi e polveri nell’atmosfera; la durata quarantennale dei cantieri e i disagi che da essi derivano. Per tutti questi motivi voteremo favorevolmente alla delibera». Fabio Longo dell’Idv, che avrebbe voluto una delibera ancora più dura, al momento del voto è uscito dall’aula. Il consiglio ha approvato anche una delibera che raccoglie le osservazioni, altrettanto critiche, espresse dagli uffici tecnici provinciali nei confronti del progetto di Punta Olmi a Muggia.
Giovanni Tomasin
23 agosto 2013
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