E' giusto, che per non volonta' di aprire un tavolo di dialogo tra il Comune e il Privato, si vada in causa e si soccomba come in questo caso che paghino tutti i cittadini????
Ci sentiamo in dovere intervenire sulla triste vicenda legata alla chiusura del Sentiero Rilke .
Una profonda riflessione sul modo di rapportarsi con il territorio, da parte del Primo cittadino di Duino Aurisina e della sua maggioranza deve essere fatta, in particolare per il modo di agire nei confronti degli operatori privati e con la cittadinanza.
L'insofferenza che più volte abbiamo dimostrato in consiglio comunale sul trattamento che ci viene riservato dal Sindaco e dalla maggioranza, non più capace di dialogo, trova conferma proprio in tale sentenza di cui abbiamo ricevuto notizia in questi giorni sul Sentiero Rilke.
Non essere stati capaci di sedersi intorno ad un tavolo con il Principe e con le altre istituzioni che avrebbero dovuto e potuto essere in grado di trovare una soluzione adeguata prima di ricorrere ai Tribunali o agire in maniera imperativa, conferma quando da mesi noi continuamo a segnalare.
Perchè invece di arrivare a questo punto non si è sollecitato la Provincia di Trieste per rinnovare la convenzione firmata 30 anni fa tra il Privato e la Provincia stessa, magari portando avanti un accordo di programma innovativo tra privato e enti pubblici che potessero per il bene del territorio arrivare ad una soluzione per far riaprire al pubblico tale sentiero.
I danni provocati fino ad oggi sono incalcolabili. Scolaresche e visite guidate si sono ormai fermate da settiamane.
Il Castello di Duino è una delle più importanti realtà turistiche, non solo del Comune ma dell'intera Regione, senza di esso non perdono solo i privati perdiamo tutti.
Auspichiamo ora che ci sia da parte del Sindaco e della sua giunta un cambio di rotta radicale in tal senso, che mantenga quanto ha promesso in campagna elettorale, attenzione per la Comunità, attenzione per i paesi, e con esso l'attenzione per le realtà operanti sul territorio, e su chi li rappresenta.
Altrimenti l'alternativa è unica, lasciare ad altri ciò che non si è in grado di portare avanti.
Resta comunque ora da capire chi dovrà pagare per tale errore, non è giusto che sia sempre e solo la cittadinanza. a farlo!!!!
Massimo Romita
Andrea Humar
Daniela Pallotta
Gruppo Pdl Duino Aurisina
Il principe non molla: «Rilke inaccessibile anche senza cancelli»
Il legale dei Torre e Tasso: i cartelli di divieto restano, in caso di incidenti Kukanja dovrà assumersene le responsabilità
.+-di Tiziana Carpinelli - il Piccolo 21 aprile 2013
.À la guerre comme à la guerre. Il principe Carlo Alessandro della Torre e Tasso ha sì deciso di ottemperare all'ordinanza del sindaco di Duino Aurisina Vladimir Kukanja, rimuovendo venerdì sera i cancelli dai varchi d'accesso al sentiero Rilke, ma continua a ritenerla «assolutamente illegittima» e dunque vi si opporrà in ogni modo e sede possibile. In primis ricorrendo al Tar. Insomma, come spiega il suo legale, l'avvocato Tiziana Benussi, «la guerra non è finita, anzi è appena iniziata».
Chi sperava in una ricomposizione dei rapporti con la proprietà, dopo la rimozione della transennatura posta lunedì dal principe per motivi di sicurezza, dettati dalla presenza di un cantiere aperto per la verifica sulle attrezzature e sui manufatti, che potrebbero non essere in linea con le norme di sicurezza e quelle urbanistico-paesaggistiche, è costretto a ricredersi.
«L'importante - prosegue ancora l'avvocato Benussi - è vincere la guerra, non la singola battaglia. Ed è altrettanto rilevante conoscere bene le norme, mentre il sindaco di Duino Aurisina sembra ignorare l'articolo 8 della convenzione stipulata tra Regione e Comune, che demanda a quest'ultimo ente la gestione della manutenzione nelle aree pubbliche, non in quelle private, della riserva. Non solo: non è l'amministrazione a poter dire ai cittadini se passeggiare o meno sul Rilke, ma sarà il principe, e lui solo in quanto proprietario del bene, a stabilire, una volta eseguiti gli accertamenti, che le persone potranno tornare a fruire del sentiero. Il sindaco, oltre a non conoscere la convenzione, dimostra anche di ignorare il codice civile, le cui norme tutelano la proprietà privata». Sbagliato, dunque, sostiene Benussi, «istigare i cittadini a recarsi al Rilke violando la proprietà», tanto più che per colpa «dell'intervenuta ordinanza il cantiere si è fermato e non si è riusciti a produrre le verifiche».
Dunque, sottolinea ancora Benussi, «in caso di incidenti sarà l'amministrazione ad assumersene direttamente le responsabilità». Peraltro, in questa situazione neppure il Comune può svolgere questi accertamenti: gli unici autorizzati a entrare, in caso di malori o incendi, sono i mezzi di soccorso e i vigili del fuoco. Ribadisce il legale: «Non è il sindaco a stabilire che i cittadini possono attraversare il Rilke, ma il suo proprietario: infatti sono stati rimossi i cancelli, ma non i cartelli di divieto d'accesso». Il principe della Torre e Tasso «non vuole impedire le visite alla panoramica passeggiata, ma pretende avvengano in piena sicurezza». Il titolare, essendo rientrato in possesso del bene dopo trent'anni, «ha l'obbligo di svolgere tali operazioni».
La guerra del Rilke tra Comune e Principe
Carlo Alessandro della Torre e Tasso ricorre al Tar contro l’ordinanza per rimuovere i divieti sul sentiero. Un esposto in Procura
.+-di Tiziana Carpinelli - dal Piccolo del 13 aprile 2013
A questo punto è battaglia. Legale, ma pur sempre battaglia. Il principe Carlo Alessandro della Torre e Tasso, titolare del sentiero Rilke e della pineta che ricade all'interno della riserva naturale delle Falesie di Duino, ha deciso di impugnare davanti al Tar l'ordinanza firmata mercoledì pomeriggio dal sindaco Vladimir Kukanja. Provvedimento emesso in via urgente dall'amministrazione per lo sgombero della transennatura posta quattro giorni fa dalla stessa proprietà in prossimità di alcuni varchi d'accesso alla panoramica passeggiata, adducendo motivi di sicurezza legati anche all'apertura di un cantiere nell'area.
Un modo, questo, per tutelarsi sotto il profilo penale e civile nel caso in cui dovesse capitare un incidente a un visitatore. Non solo, sua altezza serenissima, rappresentata dall'avvocato Tiziana Benussi, verificherà la sussistenza di estremi per un esposto alla Procura della Repubblica. «Il principe – ha spiegato ieri il legale - dopo aver ottenuto la riconsegna delle aree è responsabile della loro gestione e manutenzione. Sono pertanto necessarie puntuali verifiche sulle attrezzature presenti che potrebbero essere non in linea con le norme di sicurezza e urbanistico-paesaggistiche».
Di qui l'incarico, nei giorni scorsi, a una ditta. Quanto il cantiere resterà attivo non è dato sapere, ma non si tratterà di un paio di giorni. Andrà infatti provato ogni parapetto a tutela dei frequentatori. «Riteniamo – ha proseguito Benussi - l'ordinanza che impone la rimozione delle attrezzature del cantiere, demandato all'effettuazione di tali verifiche, illegittima. Ne abbiamo chiesto la revoca al sindaco in regime di autotutela. Comunque la legittimità dell'ordinanza sarà sottoposta al giudizio del Tar, al quale il principe si rivolgerà. Nel frattempo stiamo verificando anche la sussistenza di eventuali aspetti penali della vicenda». Il legale ha aggiunto che «l'unico ente a essersi comportato in maniera ineccepibile è stata la Provincia», mentre «le altre realtà scordano di trovarsi in presenza di una proprietà privata e non pubblica». L'ordinanza di sgombero delle attrezzature cita la necessità di lasciare gli ingressi liberi ai fini antincendio, ma «questo non avviene, poniamo, per un abitazione, pure privata: se i pompieri dovessero spegnere lì un fuoco, entrerebbero sfondando tutto, senza ordinanza». Peraltro, conclude, le «strutture poste sono rimovibili«. E il Comune? «Il principe ha scelto questa strada e ne prendiamo atto – così il vicesindaco Massimo Veronese -, per parte nostra possiamo dire di aver agito di concerto con la Regione, cui abbiamo chiesto supporto rivolgendoci all'Ufficio legale. L'indirizzo tracciato è stato quello adottato mercoledì, con l'emissione dell'ordinanza firmata dal sindaco, e restiamo convinti che si sia trattato di un atto giusto, poiché l'uso pubblico del sentiero va garantito e il Comune, quale gestore della riserva, deve farsene garante». Dunque ora cosa accadrà?
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