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martedì 26 febbraio 2013

VERAMENTE SENZA PAROLE......


MENTRE GORIZIA (COMUNE E PROVINCIA E REGIONE) SI ADOPERANO PER SVILUPPARE PROGETTI COMUNI LEGATI ALLA GRANDE GUERRA, LA PROVINCIA DI TRIESTE (GRAZIE ALLA PRESIDENTE POROPAT), NONOSTANTE I GRAVI RITARDI E LE GRAVI MANCANZE (NON SI SA PIù NULLA DEI PROGETTI EUROPEI  NEI GRANDI PROGETTI ANNUNCIATI, ED E' STATO UNO DEGLI ENTI PUBBLICI A NON AVER PARTECIPATO ALL'AUDIZIONE....), ATTACCA LA REGIONE  E CHI (I CONSIGLIERI REGIONALI)  HANNO  PERMESSO UNA CONDIVISIONE DELLA NUOVA LEGGE, ATTRAVERSO UN PERCORSO CONDIVISO TRA ISTITUZIONE E MONDO DELLE ASSOCIAZIONI....... 

...........................................................................VERAMENTE SENZA PAROLE


Cosa ha detto la POROPAT:


Eventi per ricordare la Grande guerra: già battaglia sui temi

Poropat contro la legge regionale : «Taglio militar-turistico manca la cultura». Camber (Pdl): «Io, due nonni in trincea...»
      di Gabriella Ziani
      Sul centenario della Grande guerra è già scoppiata la guerra interna. La Regione sta allestendo una legge apposita, per regolamentare gli eventi commemorativi, ma anche restauro e ritrovamento di cimeli, apporto di collezionisti privati, di associazioni e corpi d’arma, per definire il nucleo di enti ed esperti che dovrà coordinare attività destinate a durare nel tempo. In Provincia si è costituito un gruppo di lavoro con la partecipazione dei maggiori storici, del Comune col direttore dei Civici musei Maria Masau Dan, con Anna Maria Vinci vicedirettore dell’Istituto per la storia del movimento di liberazione, che ha già scritto un progetto per raccontare in una mostra i risvolti culturali e sociali che la “guerra irredentista” scatenò a Trieste, e per Trieste, un’ecatombe mondiale che qui significò la fine e l’inizio di una storia: la fine di secoli di “Austria”, l’arrivo dell’Italia. Storia e mito.
      «È una legge conservatrice, punta tutto su eventi e protagonisti bellici, è assente il profilo culturale e storiografico - secondo Maria Teresa Bassa Poropat, presidente della Provincia e assessore alla Cultura -, dopo tante audizioni qualche correzione c’è stata, almeno sono state inserite le Università nel Comitato organizzatore, prima assenti. Fin da subito in Regione si parlava di solo turismo, e i principali interlocutori sembrano le associazioni d’arma: la legge va rivista. Vogliamo prodotti (anche virtuali) per le scuole, un ripensamento storiografico di profilo internazionale».
      Dopo molte audizioni il testo (primo firmatario il Pdl Piero Camber) è stato approvato in sesta commissione con l’astensione del Pd triestino Franco Codega: «L’impianto è tutto rivolto alla ristrutturazione di reperti materiali (forti, fortificazioni, cippi, monumenti, beni archivistici) in una prospettiva di valorizzazione turistica». Ma Camber (che ricorda di aver avuto «ambedue i nonni, pluridecorati, volontari giuliani e condannati a morte in contumacia dall’Austria») non accetta proprio: «Abbiamo fatto audizioni su audizioni, ho ascoltato tutti, nessuno aveva avuto da eccepire, e Poropat mi ha inviato una lettera solo il 19 febbraio. Ma certo - ribatte Camber - la prima “guerra globale” sarà ricordata in chiave triestina, ci saranno giornate di studio su una guerra che ha interessato ogni aspetto della vita civile, culturale ed economica. La legge si occupa anche di attività culturali e di studio scientifico». Andrà in aula a fine marzo, non è finanziata: «Bastano ora 10 mila euro per incardinarla».
      E così non sono finanziate le iniziative triestine. «L’obiettivo principale del Comune è allestire la collezione de Henriquez - dice Maria Masau Dan -, e poi dare un quadro della società civile». La Provincia è capofila di un bando europe da 300 mila euro che scade il 28 febbraio, ma è destinato a “spettacoli dal vivo”, dunque la domanda forse non sarà accettata. Le manifestazioni dovrebbero partire nel maggio 2014. Dove si farà la mostra triestina? Non si sa. L’unica cosa certa: l’anno della Grande guerra si aprirà proprio nel segno militare. Con l’adunata degli Alpini a Pordenone, come per tempo annunciato l’assessore regionale alla Cultura, Elio De Anna.

      iL PICCOLO 24 febbraio 2013

      COSA FA GORIZIA:


      Gorizia vuole essere meta del turismo scolastico

      Progetto del Comune per intercettare centinaia di studenti in vista dell’anniversario della Grande guerra. L’assessorato alla Cultura ha predisposto un piano. Nel 2012 presenze in città superiori del 4,5% rispetto il 2011 Francesco Fain
      Il 2012 è stato un anno positivo dal punto di vista turistico per Gorizia. Le presenze sono cresciute, rispetto all’anno prima, del 4,5% con un picco positivo di +13,1% per quanto riguarda gli stranieri. È calata, invece, la permanenza media (da 4,27 a 4,17 giorni per gli italiani, da 4,31 a 4,24 giorni per gli stranieri) a riprova che, gradualmente, il turismo sta diventando anche da queste parti “mordi e fuggi”.
      Dati, quelli di Turismo Fvg, che fanno piacere agli amministratori locali ma che non permettono di abbassare la guardia perché se realmente il capoluogo di provincia vuole diventare una città turistica deve essere fatto un salto di qualità. E per compierlo il Comune sfodera oggi un bel progetto: fare diventare Gorizia meta privilegiata del turismo scolastico.
      Una risorsa
      poco sfruttata
      «Far conoscere agli studenti la storia del ’900 nei luoghi teatro dell’impero asburgico e della prima guerra mondiale è lo scopo principale. In Italia, fra scuole medie inferiori e superiori, vi sono circa 200mila classi con oltre 4 milioni di studenti: ogni anno - si legge nelle linee guida dell’assessorato comunale alla Cultura - queste effettuano almeno una gita di alcuni giorni in Italia (medie inferiori e biennio delle superiori) e all’estero. Da ciò, si possono ben intendere anche le dimensioni economiche e turistiche della proposta. Gorizia è, senza dubbio, la città ideale in cui soggiornare per visitare l’intera Venezia Giulia e le più importanti testimonianze della Grande Guerra. Non va dimenticata la sua centralità geografica (40 minuti da Trieste, Grado, Aquileia e Cividale del Friuli)».
      L’assessorato alla Cultura è determinato a portare avanti questo progetto che affonda le sue radici nell’Anvgd. Sono già stati chiesti fondi sia alla Regione che alla Camera di commercio. «Il Ministero dell’Istruzione e dell’Università - argomenta il Comune - ha finalmente inserito nei programmi di storia anche quelle pagine mai scritte sul confine orientale. Inoltre da tre anni il Miur promuove momenti di approfondimento ed aggiornamento per docenti a Roma su queste pagine di storia».
      Il progetto
      in pillole
      Ma come si espliciterà concretamente il progetto? Verrà avviata «una promozione cartacea e multimediale nei confronti delle scuole medie inferiori e superiori soprattutto del Nord Italia, e delle agenzie viaggi del Nord Italia, al fine di favorire la presenza di studenti a Gorizia, dove potranno toccare con mano la storia del ‘900. Pernottando a Gorizia, gli studenti saranno in grado di visitare i luoghi della Grande Guerra a Gorizia e nella sua provincia, ma anche il Castello, Palazzo Coronini, la Sinagoga, il Sacrario di Oslavia, il Museo diffuso. In 45 minuti possono arrivare al Castello di Miramare, passando per il Sacrario di Redipuglia, e subito dopo a Trieste visitare l’ex campo di concentramento di San Sabba , l’ex campo profughi di Padriciano e la foiba di Basovizza (monumento nazionale). In 30 minuti possono giungere ad Aquileia o a Cividale del Friuli. Insomma Gorizia è senza dubbio un luogo baricentrico ed ideale per apprendere in modo più efficace la storia di importanti momenti storici, non ultimi quelli del “muro” con la piazza Transalpina».
      Altra idea: «Potremo trovare nel Consorzio Turistico Gorizia e Isontino , soggetto di diritto privato, un valido partner nell’assicurare ciò che l’Ente pubblico non può fare: indirizzare i turisti verso pacchetti turistici che includano l’ospitalità alberghiera e la fruizione di altri servizi (guide, trasporti, musei, ecc.)».
      dal PICCOLO DEL 25 febbraio 2013
       

      Carso2014+, Cernic offre il timone alle associazioni

      di Stefano Bizzi wSAGRADO «Noi vogliamo che i fili della rete vengano tesi dall’esterno verso il centro e non viceversa». Mara Cernic, vicepresidente della Provincia di Gorizia, sintetizza così lo spirito di Carso 2014+ e, soprattutto, alla luce dell’appello lanciato nei giorni scorsi dall’ex assessore provinciale Marino Visintin (che invocava una regia capace di organizzare dall’alto tutte le attività del territorio), spiega cosa il progetto non è: «Non è un progetto di tipo verticistico- piramidale, cioè non è pianificato o disegnato a tavolino per poter poi essere calato sul territorio. Questa idea è incompatibile con la nostra idea di sviluppo del Carso e di tutta la provincia». Nel sottolineare che si tratta di un progetto «del territorio per il territorio», Mara Cernic nota che l’impostazione di base prevede da parte del settore pubblico (Provincia e Comuni) la realizzazione di infrastrutture nei luoghi della memoria (per rendere questi accessibili) e la promozione del marchio “Carso 2014+”. Spetterà poi al settore privato delle associazioni e dell’imprenditoria locale muoversi proponendo iniziative di varia natura e dimensione. «Ciascuno potrà muoversi come riterrà più opportuno e appropriato in base alle proprie esigenze: c’è spazio per tutti», precisa l’esponente della giunta Gherghetta. La vicepresidente ricorda che da tempo ormai immemore molti hanno tentato, in vario modo e a vario titolo, di accentrare le attività culturali (e non soltanto quelle) in un unico calendario. Nessuno è però mai riuscito a farlo con successo. «Siccome dall’alto è molto difficile mettere d’accordo tutti, noi facciamo il contrario. Diciamo “fate voi”, poi con il nostro logo ci limitiamo a certificare con il “bollino di qualità” le iniziative che aderiscono a “Carso 2014+”. In questo senso stiamo lavorando a un sito web nel quale ci sarà una parte dedicata all’associazionismo, con un calendario degli eventi. Chiunque potrà promuovere le proprie attività. Non diremo né sì né no a nessuno. Ci limiteremo a promuovere tutto assieme. Faccio un esempio: nel 2015 vogliono organizzare il mondiale di orienteering sul Carso. Non ha niente a che fare con il centesimo anniversario dallo scoppio della Grande guerra, ma ha a che fare con il nostro territorio e quindi è il benvenuto e noi lo sosteniamo con il nostro logo affinché sia riconoscibile da tutti e collocabile in questa zona. Il messaggio che deve passare è che cercare di mettere insieme tutto dall’alto è impossibile, perché ci sono troppe iniziative e sono tutte molto diverse tra loro».

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