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venerdì 13 luglio 2012

Fatta chiarezza sul caso "Pesce non idoneo...!"

Fatta chiarezza sul caso "Pesce"

"Una auspicata maggiore e corretta informazione tra gli enti pubblici nella diffusione risultati dei controlli e dei rilievi effettuati presso le strutture, è quanto è emerso quest'oggi dalla Commissione Trasparenza comunale presieduta e convocata dal Consigliere Massimo Romita.

La commissione convocata per accertare quanto accaduto a Castelreggio (in concessione al Comune di Duino Aurisina dalla Regione) e di quanto dichiarato sui quotidiani dal Sindaco Kukanja sulla non conoscenza (come massima autorità sanitaria preposta) di quanto rilevato in tale esercizio pubblico, che aveva allarmato turisti, cittadini nonchè aveva creato un certo malumore nei ristoratori che si vedevano in qualche modo danneggiati dalla non corretta informazione.

Informazione che era in possesso del Sindaco già il giorno del sopralluogo avendo partecipato indirettamente anche la Polizia Municipale e gli Uffici Tecnici del Comune stesso.

Nessun caso di pesce avariato come scritto sulla stampa, ma conservato in maniera difforme dall'essere consumato.

Tutto rientrato nella massima normalità con le prescrizioni inviate dall'Azienda Sanitaria ai gestori.

Assente il Sindaco KUKANjA che ha delegato alla presenza l'Assessore ai Lavori Pubblici e Demanio Andrej Cunja, da parte di tutti i consiglieri presenti, (MASSIMO ROMITA, SILVIA IURMAN, GIORGIO RET, EDVIN FORCIC, ELENA LEGISA, MICHELE MORO) è stata auspicato, che in futuro ci sia da parte di tutte le autorità, Sindaco in primis, la congiunta informazione agli organi di stampa al fine di non creare spiacevoli equivoci.
Plauso è stato fatto all'autorità sui controlli effettuati e che verranno effettuati a garantire la massima sicurezza al consumatore finale, e per continuare a tutelare chi opera nel pieno rispetto delle regole."

Massimo Romita
Presidente della Commissione Trasparenza





Dal Piccolo del 12 luglio 2012
Trovati a Castelreggio i 90 chili di pesce “illegale”
È stato il sindaco di Duino a diffondere il documento della Capitaneria diPorto Il fascicolo non evidenzia però pericoli per la salute: infrazioni “tecniche”
di Stefano Bizzi
DUINO. “Castelreggio-Baia di Sistiana”. Il nome ora c’è: è scritto nero su bianco nel rapporto di servizio della Capitaneria di Porto di Trieste diffuso ieri, ma il caso sembra ridimensionato, anche se non concluso. A sollevare il velo di mistero intorno all’identità del locale del “litorale del Comune di Duino Aurisina” nel quale sono stati trovati 90 chilogrammi di prodotti ittici di dubbia provenienza definiti dal servizio veterinario “inidonei al consumo umano” è lo stesso sindaco di Duino Aurisina Vladimir Kukanja. Nei giorni scorsi il primo cittadino aveva invocato i documenti relativi all’attività di controllo svolta il 3 luglio e ieri il fascicolo è stato reso pubblico. Due sole pagine, la lettura evidenzia che il pesce sequestrato (14 chilogrammi di polpi, 46 di calamari e 30 di latterini) era privo della prevista tracciabilità e lo stato di conservazione non era conforme alla normativa vigente. In altre parole, non compare alcun accenno alla sua intrinseca pericolosità. A rendere i prodotti inidonei al consumo umano sembrerebbe essere solo una questione meramente filosofica e non sostanziale, una questione cioé legata alla mancanta osservanza delle leggi in vigore. Da quanto si evince dalla nota di accompagnamento del sindaco, in ogni caso, potrebbero esserci nuovi sviluppi. Scrive Kukanja: «A tutela dei cittadini e degli operatori interessati e in attesa della documentazione, già sollecitata, dell’autorità sanitaria, ritengo mio dovere rendere noti i contenuti del “rapporto di servizio” riguardante il sopraluogo compiuto il 3 luglio dalla Capitaneria di porto nell’esercizio Castelreggio di Sistiana mare. Tale rapporto è giunto all’amministrazione comunale il 9 luglio scorso. Il Comune di Duino Aurisina si riserva ulteriori interventi alla luce della documentazione che dovesse pervenire dall’autorità sanitaria».
Ciò che più colpisce dal rapporto della Capitaneria è però un particolare: tutta la questione nasce da una segnalazione che non ha nulla a che vedere con la conservazione del cibo. A chiedere un controllo è stato Mario Esposito, titolare della Edilcostruzioni e precedente concessionario dell’area. È stato lui a chiedere le verifiche, verifiche che riguardavano, tra le altre cose, un vano ritenuto inagibile, utilizzato come deposito. In effetti, lì si trovava il pesce, ma dal verbale l’edificio non è risultato inagibile, è risultato solo “non conforme per lo stoccaggio degli alimenti”.







l'articolo del Piccolo del 10 luglio 2012

il pesce avariato in un ristorante di dUINO AURISINA

Il sindaco alla Capitaneria: «Fate il nome»

DUINO AURISINA. «Condivido l’esigenza e il dovere di dare la massima

diffusione alla notizia riguardante l’operazione della Guardia costiera che ha

portato al sequestro di un ingente quantitativo di...

DUINO AURISINA. «Condivido l’esigenza e il dovere di dare la massima

diffusione alla notizia riguardante l’operazione della Guardia costiera che ha

portato al sequestro di un ingente quantitativo di pesce “non idoneo al

consumo” delle persone e quindi avariato in un ristorante sul “litorale di

Duino Aurisina”. È un’azione meritoria anche a tutela dei consumatori. La

decisione però di non diffondere contestualmente anche il nome del ristorante

arreca grave danno agli operatori, e sono la stragrande maggioranza, e agli

esercizi di tutta la zona che operano correttamente e con grande

professionalità, oggi indirettamente danneggiati da un’informazione incompleta.

Chiedo pertanto alla Capitaneria di porto, che ha diffuso il comunicato, di

rendere noto anche il nome del ristorante che è stato oggetto del controllo e

del provvedimento di sequestro, e ciò a ulteriore tutela dei consumatori e dei

ristoratori onesti».

Frattanto Sergio Fari (Cantera) precisa che il provvedimento di sequestro non

interessa nè l’esercizio da lui diretto nella baia di Sistiana nè altri della

vicina baia di Duino. L’ex vicesindaco Massimo Romita(Pdl) invece preannuncia

un’interrogazione al sindaco Kukanja, come autorità sanitaria, per conoscere

quali iniziative intenda adottare il Comune a tutela della popolazione





l'articolo del Piccolo del 5 luglio 2012

Pesce avariato nel frigo di un ristorante a Duino

La Guardia costiera ha trovato 90 chili di polipi e latterini mal conservati e

di provenienza dubbia. Tutta la partita è stata sequestrata e distrutta+

-DUINO AURISINA. Polpi, calamari e latterini “di dubbia provenienza e in stato

di conservazione non ottimale”: li ha trovati nelle cucine di un ristorante

“sul litorale del Comune di Duino Aurisina” una pattuglia della Guardia

costiera di Trieste.

Siamo in estate e i controlli da parte della Guardia costiera, impegnati nel

controllo di commercio illegale di prodotti ittici, anche per la salvaguardia

della salute pubblica e la tutela delle risorse biologiche del nostro mare, si

sono fatti più intensi. La rete degli accertamenti, come avverte lo stesso

comunicato della Capitaneria di Porto di Trieste, si è fatta più fitta. Così è

successo che mentre ispezionavano i frigoriferi di vari locali della zona, in

una operazione congiunta con il personale della Azienda dei servizi sanitari

locale, gli ispettori della Guardia costiera abbiano trovato “prodotto ittico

di varia specie, tra cui polpi, calamari e latterini, di dubbia provenienza e

in stato di conservazione non ottimale per un totale di circa 90 chili”. Il

pesce sospetto è stato sottoposto a sequestro amministrativo e quindi

analizzato dal servizio veterinario, che ha decretato la “inidoneità al consumo

umano”. È scattato quindi, come prescrive la legge, l’ordine di distruzione

nell’inceneritore. Con tutta probabilità il pesce era conservato in frigoriferi

trovati con una temperatura superiore ai limiti di legge, fatto più che

probabile data l’elevata temperatura di questi giorni. La “dubbia provenienza”

si riferisce invece ai “latterini”, che sono i pesciolini da frittura più noti

ai triestini come “girai” o “ribaltavapori”, probabilmente acquistati da

qualche pescatore locale e quindi senza alcun tipo di certificazione.

L’ispezione, conferma la Capitaneria, “rientra nell’ambito della più vasta

operazione di prevenzione e contrasto del fenomeno della pesca di frodo e

commercializzazione illecita di prodotti ittici”.

Impossibile però sapere quale sia stato il ristorante sanzionato. Di certo,

come precisa Sergio Fari, gestore del “Cantera”, non si tratta nè del suo

locale nè degli altri che operano nella baia di Sistiana. (a. g.)






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