Tononi lancia la legge di tutela del Prosecco
di Gianpaolo Sarti wTRIESTE Quando la scorsa settimana l’assessore alla Cultura Elio De Anna, parlando in Consiglio regionale al posto del collega dell’Agricoltura Claudio Violino, si era lamentato «che a Prosecco è impossibile acquistare Prosecco», le facce dei consiglieri triestini sono sbiancate. Come quella di Piero Tononi, che ora replica seccato: «De Anna non faccia lo spiritoso: ai produttori è impedito lavorare». Adesso si passa ai fatti. Il consigliere del Pdl ha preparato una legge che sarà depositata prima di Pasqua e sarà discussa in Commissione a metà maggio. Il provvedimento dovrebbe dare una svolta alle coltivazioni sul costone carsico del celebre vino. Che, paradossalmente, proprio qui – in Carso, patria della doc interregionale – è impossibile produrre. Mentre il Veneto e il resto del Fvg, stando alle proiezioni del Consorzio Tutela Prosecco Doc, vantano numeri da capogiro: 200 milioni le bottiglie sul mercato nel 2011, 255 la previsione per il 2012. Dunque una nuova norma. Ma come, non c’era già un protocollo d’intesa? Sì, un accordo sottoscritto in pompa magna nel 2010 tra Ministero delle politiche agricole, Regione Fvg e associazioni di categoria. Diceva questo: «La nuova doc Interregionale Prosecco rende il dovuto riconoscimento alla provincia di Trieste che vanta antiche tradizioni nel settore vitivinicolo». E, ancora, «è urgente intervenire con finanziamenti per il riassetto ambientale, la realizzazione di opere di bonifica dei costoni, per permettere il recupero delle aree a vocazione agricola». A questo si aggiungeva «la revisione dei vincoli di carattere ambientale e idrogeologico inerenti le zone Sic e Zps». Carta straccia. Lo hanno detto e ripetuto alla Regione la settimana scorsa i produttori dell’altipiano, rappresentati dalla Kme›ka zveza – associazione di agricoltori. Lo ha in qualche modo ammesso qualche giorno fa lo stesso De Anna in Consiglio regionale, incalzato dai consiglieri Edoardo Sasco (Udc) e Igor Gabrovec (Slovenska Skupnost, gruppo Pd). L’assessore, che sostitutiva Violino, ha ribadito la necessità di rivedere i Piani di gestione, per superare le disposizioni comunitarie che vincolano le zone protette da Natura 2000. Compito della Regione, fermo da diversi anni. Il provvedimento di Tononi, che si auspica un’ampia convergenza bipartisan tra i consiglieri triestini, ricalca gli stessi contenuti del protocollo. E ciò mette in luce due aspetti. Primo: si certifica il fallimento dell’accordo. Secondo: l’assessore all’Agricoltura, il leghista “tipicamente friulano” Claudio Violino, non avrebbe rispettato gli impegni e un collega di coalizione, Tononi del Pdl, corre ai ripari. Insomma, uno schiaffo del Pdl alla Lega Nord. Il consigliere triestino va giù duro: “Dobbiamo sopperire alle mancanze di Violino, troppo concentrato a soddisfare le esigenze del suo collegio elettorale»
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