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venerdì 10 febbraio 2012

Elettrodotto del Carso Bloccano i tecnici e scattano le denunce

Concordo pienamente con quanto detto dal Sindaco Giorgio Ret è ora di finirla, BASTA corridoi tecnologici sul nostro territorio, prima bisogna sanare il regresso e poi forse ne riparleremo....



Elettrodotto del Carso Bloccano i tecnici e scattano le denunce

Due uomini accusati di interruzione di pubblico servizio Poi l’incontro in Prefettura per far proseguire i lavori
      di Cristina Polselli
      DUINO AURISINA
      Torna a far parlare di sé l’intervento sull’elettrodotto del Carso. Nei giorni scorsi l’ultimo episodio di tensione quando due abitanti della zona di San Pelagio sono stati denunciati dai carabinieri, in quanto volevano impedire l’accesso ai lavoratori della società Terna (incaricati di sostituire i piloni dell’elettrodotto) nei terreni di loro proprietà, chiudendo i cancelli con catene e lucchetti, poichè non avevano ricevuto una comunicazione in lingua slovena, come prescritto dalla legge. Da qui la denuncia dei carabinieri (chiamati dalle parti) per interruzione di pubblico servizio, mentre la società non ha sporto alcuna denuncia.
      A questo punto è intervenuto il Prefetto che ha convocato un incontro tra i rappresentanti di Terna, i sindaci del Carso (dei quali era presente, però, solo quello di Duino Aurisina, Giorgio Ret), il vicesindaco di Trieste Fabiana Martini e il presidente del comitato paritetico per la minoranza slovena Brezigar. Anche se contrariata per la mancanza dell’invito (“Assurdo, è come non chiamare i sindacati in un tavolo di lavoro”), la Comunanza-Agrarna skupnost si dimostra pronta a qualche passo indietro, anche perché oramai, con l’ultimo ricorso al presidente della Repubblica, tutti gli interventi di opposizione sono esauriti e i lavori della Terna sono destinati, inevitabilmente, a proseguire. Come del resto ha sottolineato il prefetto prendendo attto dell’indispensabilità dell’opera realizzata “nel rispetto del decreto autorizzativo”.
      «Poiché tutte le denunce da noi fatte nei confronti della società Terna sono state ignorate – spiega Carlo Grgic - per un senso di correttezza e anche per smorzare i toni di una contrapposizione, che non può essere posta in termini etnici, poniamo come condizione di proseguimento del colloquio che siano ritirate le denunce nei confronti dei proprietari interessati».
      La contrapposizione che si è venuta a creare tra le parti, (comunelle e amminisrazioni comunali contro Terna), secondo i proprietari dei terreni, sarebbe dovuta principalmente al fatto che si è voluto “camuffare” un'opera parzialmente nuova (15 sedi dei tralicci), incluso il potenziamento, in un intervento di adeguamento e ordinaria manutenzione. «Per tutto il tempo della realizzazione dell'opera e, tuttora – continua Grgic - viviamo sotto una difficile pressione psicologia, sfociata ultimamente negli episodi paradossali di un rapporto che rischia di creare un’accentuata sfiducia nei confronti delle istituzioni».
      Sull’incontro in Prefettura, però, il sindaco Ret smorza i toni: «Siamo stati convocati principalmente per parlare di un problema che si è creato in un terreno a Opicina, l’area è sbarrata da una rete, ma la società Terna ha urgenti esigenze di fare degli interventi, per questo è stato interpellato il Prefetto». Ret però non nega che si sia anche discusso anche dell’intero progetto dell’elettrodotto: «Il presidente Brezigar ha sottolineato la mancanza di sensibilità, da parte di Terna nel gestire alcune questioni, come ad esempio quella del bilinguismo e noi, come amministrazione, abbiamo ribadito che un intervento così delicato avrebbe avuto bisogno di altre tempistiche e soprattutto altre modalità». Il sindaco continua a sentirsi inascoltato: «Quando ci hanno convocato a Roma, alla Conferenza dei servizi, avevamo dato parere negativo al progetto, ma non è servito a nulla, e allora perché interpellarci? Chiedevamo solo un po’ più di rispetto per il territorio e per i cittadini; quello che è stato fatto bene a Visogliano, bypassando il paese, si poteva fare anche a San Pelagio e a Prepotto».

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