Trieste, la Burgo lancia l’ultimatum e fa saltare il tavolo romano
La proprietà diserta il vertice al Mise. «Parteciperemo solo se cessano gli scioperi». I sindacati: «È un ricatto»di Ugo Salvini
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E invece, all’improvviso, proprio alla vigilia dell’appuntamento nella capitale, la società fa sapere che «non sarà presente al tavolo stante la situazione di scioperi a singhiozzo in atto nello stabilimento di Duino». È un nuovo durissimo colpo alle speranze dei lavoratori e, in particolare, a quelle dei 153 dipendenti il cui licenziamento è già stato comunicato dall’azienda.
La decisione di disertare il tavolo ministeriale delinea in maniera ancor più netta la posizione della Burgo che, solo l’altroieri, in risposta alla proclamazione dello stato di agitazione da parte delle rappresentanze sindacali dei lavoratori della cartiera, ha deciso la serrata a partire dalle 22 di ieri sera. Serrata in corso.
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Il gruppo, in verità, lascia aperto uno spiraglio davvero piccolo dicendosi disponibile, in una nota inviata al Mise e immediatamente girata ai rappresentanti sindacali, a presentarsi al ministero il prossimo 4 dicembre «a condizione che gli scioperi siano sospesi».
Ma le sigle sindacali, a caldo, accolgono malissimo il diktat della proprietà. «Esprimiamo con forza, ancora una volta, il nostro dissenso per questo comportamento perché – denuncia a mezzo comunicato Robert Stewart, segretario provinciale dell’Ugl carta e stampa – la condizione posta dall’azienda è inaccettabile».
Non solo. L’Ugl rigetta al mittente l’accusa secondo cui lo stato d’agitazione renderebbe di fatto impossibile proseguire l’attività dello stabilimento: «Gli scioperi che abbiamo proclamato comportano uno blocco soltanto parziale degli impianti. Come richiesto dalle istituzioni – precisa Stewart – abbiamo optato per un profilo basso proprio per evitare irrigidimenti».
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L’azienda, però, è di tutt’altro avviso. E i sindacati non porgono l’altra guancia: «Scioperare è un diritto sancito dalla legislazione. Crediamo che la Burgo voglia togliere anche la libertà di manifestare il proprio dissenso ai lavoratori chiedendo un annullamento degli scioperi. Forse - aggiunge Stewart - l’azienda non ha questo famoso piano industriale richiesto e quindi cerca di prendere tempo. Invitiamo nuovamente i dipendenti a non cedere a questi ricatti belli e buoni ritenendo che a questo punto sia necessario rafforzare il blocco degli scioperi intensificandoli. Daremo battaglia fino alla fine».
Mauro Benvenuto, a nome delle Rsu Cisl, rinvia invece ogni decisione al presidio programmato per stamattina alle 9 nel piazzale dello stabilimento: «L’appuntamento di domani (oggi, ndr) è destinato a trasformarsi in un’assemblea all’aperto – ha osservato – durante la quale, assieme ai lavoratori, valuteremo la situazione, anche alla luce degli ultimi avvenimenti, e decideremo quale linea adottare».
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Ieri, intanto, il sindaco di Duino Aurisina,Vladimir Kukanja, si è incontrato con i rappresentanti della direzione dello stabilimento. «Non c’è chiusura totale da parte dell’azienda – spiega il primo cittadino al termine del colloquio – ma molto dipenderà dalle scelte che faranno i lavoratori e i loro rappresentanti sindacali. Essenziale, mi pare evidente, è arrivare in qualche modo al tavolo del 4 dicembre. Mi auguro che da entrambe le parti si facciano i passi necessari per ristabilire il dialogo».
La Regione, da parte sua, si è già espressa “chiamando” l’azienda al tavolo ministeriale e, soprattutto, incalzandola al fine di arrivare a una riconversione della Linea 2. «Attendiamo proposte concrete dalla Burgo» ha detto la presidente della Regione Debora Serracchiani. «Spingiamo con forza per una riapertura dei ragionamenti sulla cartiera nelle cui potenzialità - ha rincarato il vicepresidente con delega alle Attività produttive Sergio Bolzonello - non abbiamo smesso di credere». Certo, dopo le ultime quarantott’ore, la strada sembra tutt’altro che in discesa.